Scheda di Gestione della Testudo hermanni
Requisiti per la detenzione in cattività: idealmente le tartarughe terrestri dovrebbero essere allevate all’esterno per tutto l’anno. Quando non è possibile per mancanza di spazio o perché si tratta di animali molto giovani (come vedremo dopo), è necessario allestire un terrario ideato appositamente per questa specie.
Innanzitutto nella costruzione del terrario è importante tenere conto delle dimensioni che questi animali raggiungono in età adulta (anche 25 cm). Pertanto se quando sono neonate un piccolo terrario può essere adatto, da adulte queste tartarughe hanno bisogno di un terrario molto ampio dove possano muoversi liberamente, con dimensioni anche di 1 m x 1 m. Una soluzione per chi ha un balcone ma non ha un giardino potrebbe essere quella di allestire a terrario un balcone esposto al sole con numerosi nascondigli e un contenitore per l’acqua. La ciotola per l’acqua deve essere abbastanza profonda da permettere alla tartaruga sia di bere sia di immergersi. Per favorire l’accesso all’acqua bisogna aggiungere una rampa che possa essere usata per entrare o per uscire. Il bagno è importante perché favorisce la defecazione e l’urinazione; si consiglia di cambiare l’acqua quotidianamente.
Per un’appropriata ventilazione in caso di tartarughe in terrario, bisogna posizionare due prese d’aria sulle pareti opposte e ad altezze diverse.
Ogni terrario deve un gradiente di temperature che consenta la termoregolazione degli animali. Il punto più freddo dovrà avere una temperatura che oscilla intorno ai 22-23°C sia durante il giorno che la notte, mentre l’area di basking (dove le tartarughe prendono “il sole”) la temperatura dovrà oscillare intorno ai 30 °C. E’ importante rispettare questi valori relativi a umidità, temperatura, ventilazione ed esposizione ai raggi UVB per favorire lo svolgimento fisiologico delle funzioni organiche che includono la digestione, il sistema immunitario e il metabolismo. Qualora non si possa alloggiare le tartarughe in giardino o su un balcone, bisogna fornire i raggi UVB utilizzando apposite lampade che sono ormai diffusissime nei negozi di animali o su internet. Il fine della lampada UVB è quello di stimolare la produzione di vitamina D3, l’appetito e la riproduzione.
Alimentazione: la dieta delle testuggini terrestri dovrebbe essere costituita principalmente da piante a foglie verdi dando ampio spazio alle erbe di campo come il tarassaco, il trifoglio, la malva, la cicoria selvatica. Questi prodotti possono essere integrati con verdura che si trova nei supermercati (radicchio, cicoria, rughetta) senza eccedere nelle quantità; si possono dare anche carote, zucche, broccoli e fagiolini, ma questi prodotti dovrebbero costituire solo un 10% della dieta. Evitare eccessive quantità di frutta (solo un 5% della dieta) perché in natura le tartarughe difficilmente vi hanno accesso. Può essere utile invece somministrare del fieno perché molto simile all’erba che si trova in natura nei periodi estivi. L’acqua deve essere sempre disponibile e bisognerebbe fornire calcio (o in polvere o ricorrendo all’osso di seppia) senza l’aggiunta di vitamine. Se si possiede un giardino, nella maggior parte dei casi il chelone provvederà da se alla propria alimentazione ed è preferibile non integrare la dieta con prodotti di supermercato. Evitare assolutamente prodotti di origine animale o cereali come la pasta.
Malattie più comuni e controlli veterinari: le malattie più frequenti sono la MOM (malattia osseo metabolica), l’insufficienza renale e le distocie (ovvero problemi di vario tipo nell’ovodeposizione). Si raccomanda una visita di controllo dal veterinario due volte all’anno per controllare lo stato di salute dell’animale. Infatti tutti i rettili tendono a mostrare sintomi solo in fasi di malattia già avanzata, mentre scoprire una patologia in fase iniziale ci consente di intervenire con più efficacia e avere una prognosi migliore.
Herpesvirus: È un’infezione virale causata da un alpha herpesvirus diffusa in tutto il mondo e colpisce numerose specie di tartaruga, tra le quali anche la testudo hermanni. La via di trasmissione non è ben conosciuta, ma si suppone che le particelle virali vengano eliminate con gli essudati del cavo orale e poi ingeriti da altri conspecifici. I segni clinici sono rappresentati da congiuntivite, da lieve a grave, glossite necrotizzante-difteroide, faringite, rinite e tracheite, spesso polmonite ed encefalite. Le placche difteriche sono spesse osservate sulla faccia dorsale della lingua e sul palato duro (coane). Altri segni sono l’anoressia, la letargia e spesso la morte.
Applicazione del microchip: L’applicazione del microchip che serve per l’identificazione degli esemplari di tartaruga ai fini CITES, segue delle procedure standard:
• Disinfezione dell’area di applicazione che in genere è la fossa prefemorale di sinistra
• Applicazione sottocutanea del microchip con o senza l’uso dell’anestesia
• Chiusura della piccola ferita che si crea per l’applicatore mediante filo da sutura, pena la fuoriuscita del microchip