Con l’aumento del numero dei conigli d’affezione che vivono in un ambiente domestico e sotto l’attenta cura dei proprietari, l’oncologia dei conigli sta avendo maggiore rilevanza. Oltre all’alta incidenza di neoplasie cutanee, un numero elevato di casi si presenta per i tumori a carico dell’apparato riproduttivo. 

Le neoplasie più comuni nei conigli d’affezione, infatti, sono proprio quelle uterine e mammarie e vengono individuate spesso solo dopo esami diagnostici. 

L’età è un fattore rilevante dell’adenocarcinoma uterino: solitamente il tumore si presenta in conigli di età superiore ai 2 anni e mezzo. Questo tumore ha un’evoluzione progressiva e lenta: le metastasi si possono verificare nell’arco temporale di circa 2 anni.

 Come individuare il tumore?

Come anticipato, spesso il coniglio non mostra nessun sintomo. Non sono rari i casi in cui è il veterinario che, a seguito di una visita di controllo, ha un sospetto del problema palpando l’addome. Da qui, partono indagini diagnostiche, che vanno dagli esami del sangue, all’esame radiografico e all’ecografia all’addome. 

Se individuato in tempo, prima che abbia metastatizzato, il tumore può essere rimosso chirurgicamente. Gli esami di controllo vanno, normalmente, ripetuti in un anno: in questo periodo, il tumore potrebbe ripresentarsi formando masse in altri siti. Se dopo 12 mesi i controlli non individuano nuove masse, solitamente il coniglio può essere dichiarato fuori pericolo.

Come prevenire?

La sterilizzazione è il modo più efficace per prevenire il tumore uterino nel coniglio (ed anche quello mammario). Diversi studi hanno dimostrato come il picco di incidenza tra conigli non sterilizzati che presentano un tumore all’utero raggiunge un range di percentuale che varia tra il 50 e l’80%. La sterilizzazione consiste nell’asportazione degli organi riproduttivi dell’animale. Oltre a scongiurare l’insorgenza di neoplasie, la sterilizzazione resta utile anche per diminuire gli effetti negativi sul comportamento dell’animale una volta raggiunta la maturità sessuale, nonché la prevenzione di gravidanze indesiderate. Anche nel maschio è importante effettuare la castrazione, per prevenire infezioni ai testicoli e neoplasie sempre a carico dell’apparato genitale.

Il timoma e il linfoma timico sono alcune delle neoplasie più diffuse nel coniglio.

Nel coniglio fisiologicamente è presente il timo, organo posizionato cranialmente e ventralmente al cuore. Nei soggetti adulti il timo può diventare iperplastico e aumentare di volume anche di 4 volte rispetto alla normale dimensione. Crescendo all’interno del torace si verifica una compressione dei polmoni e del cuore che viene spostato all’indietro. L’incidenza della patologia è maggiore nei conigli adulti ma anche i soggetti giovani possono esse colpiti.

 

I segni clinici sono molto variabili in base alla grandezza della massa e purtroppo la maggior parte delle volte si evidenziano quando la massa ha raggiunto dimensioni notevoli. Tra i più frequenti si può riscontrare:

o   Esoftalmo (gli occhi sono sporgenti a causa del rallentamento del ritorno del sangue venoso al cuore).

o   Prolasso della terza palpebra

o   Difficoltà respiratoria (respirazione a bocca aperta, narici dilatate, aumento della frequenza respiratoria)

o   All’auscultazione del torace sarà evidente una attenuazione dei toni cardiaci.

o   In casi più rari si può associare anche una sintomatologia cutanea con dermatite o adenite sebacea.

 

La diagnosi viene effettuata tramite esame del sangue completo, radiografia toracica ed addominale, ecografia e CT con contrasto. La CT costituisce il metodo migliore nella diagnosi di questa patologia poiché è possibile valutarne l’estensione e la presenza di metastasi.

Per una diagnosi definitiva è necessario effettuare esame istologico.

 

Trattamento

 

Il trattamento può essere medico o chirurgico. Quello chirurgico è quello che da risultati migliori poiché viene eliminata completamente la massa ma la percentuale di riuscita dell’intervento è di circa il 50 %. Esistono però diversi protocolli chemioterapici che si possono utilizzare nel caso in cui venga riscontrata questa patologia. I farmaci più utilizzati sono la ciclofosfamide, asparaginasi, vincristina e il prednicortone. Non ci sono purtroppo dati sufficienti per considerare quale sia il trattamento migliore che può variare da caso a caso. Questi farmaci agiscono riducendo la dimensione della massa ma purtroppo hanno degli effetti collaterali molto gravi tra cui anemia, enterite, nefrotossicità, epatotossicità ecc. Buoni risultati vengono dati dalla radioterapia che però richiede un certo impegno sia di tempo sia economico poiché sono necessarie diverse sedute per ottenere una riduzione, o nei casi migliori, una completa remissione della malattia.

Generalmente la terapia cortisonica viene usata con successo come adiuvante nella terapia con buoni risultati.